05.02.2012 17:04

Articoli sul consumo della carne rossa

Mangiare meno carne, preferendo un'alimentazione a base di ortaggi, e’ uno dei metodi piu’ salubri e semplici per ottimizzare le scarse risorse di fosforo disponibili anche nell’organismo in quanto esso e’ un elemento importante, per il metabolismo di grassi, carboidrati e proteine, è presente in denti e ossa, favorisce la trasmissione degli impulsi nervosi ed è reperibile in fonti alimentari come cereali, legumi, latte, verdure, pesce, pollame e carni bovine.


Italy, Milano, 2000 - Da trenta anni l’oncologia mondiale studia il rapporto tra cibo e cancro.
I dati confermano che il 30-40 % dei tumori si potrebbero evitare se uomini e donne nei paesi ricchi si nutrissero in modo diverso. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità i casi di cancro potrebbero aumentare del 50 %  con 15 milioni di nuovi casi entro il 2020.
Sul banco degl’imputati il consumo esagerato di carne e proteine animali e una dieta troppo ricca di calorie, di zuccheri semplici, insieme al fumo e alle infezioni.

Nei paesi occidentali ricchi, nel corso dell’ultimo secolo ci si è progressivamente discostati dalla dieta tradizionale: cibi che un tempo erano mangiati soltanto occasionalmente, come molti alimenti di origine animale, a cominciare della carne ma anche dal latte, oppure non erano conosciuti, come lo zucchero e le farine molto raffinate, sono diventate un nutrimento quotidiano” afferma Franco Berrino, direttore del dipartimento di medicina preventiva e predittiva nonché responsabile del Servizio di Epidemiologia dell’Istituto dei Tumori di Milano. “Questo modo di mangiare ha contribuito grandemente allo sviluppo di malattie quali l’obesità, il diabete, l’ipertensione, l’aterosclerosi, l’infarto, l’osteoporosi, e molti tipi di tumori tra cui quello dell’intestino, della mammella e della prostata”.

La strategia della prevenzione dei tumori passa quindi anche da una “buona dieta”.
Già nel 1997 il World Cancer Research Fund e l’American Institute for Cancer Research avevano dettato le proprie raccomandazioni per uno stile nutrizionale ‘anticancro’.

Al primo posto, con rammarico per i carnivori più ostinati, si raccomandava si scegliere alimenti prevalentemente di origine vegetale, con un’ampia varietà di verdure e frutta, di legumi e di cereali in chicchi o sotto forma di pane, pasta o polenta integrale.

L’uso abituale della carne rossa è invece fortemente sconsigliato. Da evitare anche il consumo di carni o pesci cotti a elevate temperature, alla griglia o affumicati.

 “Il problema” spiega Berrino “non è tanto convincere la popolazione a cambiare modo di mangiare, il problema è il cambiamento di tutto quello che ruota attorno al pianeta cibo, a cominciare dagli interessi economici della produzione e della distribuzione”. Certo è che secondo i diversi studi è altissima la percentuale di tumori che potrebbe essere evitata attraverso una buona alimentazione.

Si parla di una percentuale superiore del 50 % per i casi di tumore al colon e retto, stomaco e esofago, mentre nei casi di mammella e cavo orale le indagini più ottimistiche ipotizzano una riduzione del 50 % con una alimentazione più “naturale”.

Cancro al Colon con carne e carni lavorate
Mangiare una salsiccia al giorno o una porzione di prosciutto, pancetta, salame o hot dog, fa salire del 20% il rischio del cancro al colon. E' quanto affermano gli scienziati del World Cancer Research Fund (Wcrf) secondo i quali i britannici, grandi consumatori di salsicce e bacon (pancetta), sarebbero tra i piu' esposti, con 16.000 decessi all'anno per questo tumore.'
Mangiare carni lavorate aumenta sensibilmente il rischio di contrarre un cancro all'intestino:per questo il Wcrf consiglia di limitarne l'uso, al minimo.
Fonte : Scienze - 31 mar 2008

 

 

CARNE alla GRIGLIA
Alterazioni chimiche degli amminoacidi
Temperature superiori a 100 gradi possono provocare alterazioni chimiche degli amminoacidi, fino alla loro distruzione. Gli amminoacidi più soggetti a queste alterazioni sono quelli solforati, il triptofano, la tirosina e l'istidina.
Durante i processi industriali, come la sterilizzazione, possono avvenire simili trasformazioni, ma sempre in modo limitato e quindi senza importanti ripercussioni sul valore nutritivo degli alimenti.
Diversamente durante la cottura della carne, soprattutto alla griglia, quando l'alimento raggiunge e supera i 200 gradi, si formano derivati ciclici del triptofano che possiedono potere mutageno (ovvero sono cancerogeni).
Occorre quindi consumare carne alla griglia solo occasionalmente, e fare attenzione a non bruciare troppo la superficie della carne.

Mangiare troppa carne da bambine anticipa l'arrivo della pubertà - 13 luglio 2010


Un certo tipo di alimentazione durante l'infanzia provocherebbe un'anticipazione della pubertà nelle ragazze. A sostenerlo uno studio inglese pubblicato sulla rivista Public Health Nutrition, secondo il quale le bambine che mangiano troppa carne rischiano una pubertà anticipata. Gli studiosi sono partiti dalla constatazione che negli ultimi decenni del ventesimo secolo l'età media del primo ciclo mestruale si è abbassata drammaticamente per raggiungere solo negli ultimi anni una relativa stabilità. Negli ultimi cinquant'anni l'età media è passata dai 14 agli 11 anni.
I ricercatori stanno ipotizzando, ora, un possibile ruolo dell'alimentazione. Analizzando le abitudini alimentari di oltre 3mila dodicenni, gli studiosi hanno confrontato la dieta seguita a 3, 7 e 10 anni dalle singole bambine, e hanno rilevato che il consumo di carne all'età di 3 anni e a 7 anni è risultato fortemente collegato a cicli anticipati.
A quanto pare, le bambine che a 7 anni hanno mangiato più spesso carne, ossia 12 porzioni a settimana, hanno il 75 per cento di possibilità in più di avere già il menarca a 12 anni rispetto alle coetanee che hanno consumato meno carne durante l'infanzia. Le ragazzine con qualche chilo di troppo, inoltre, tendono a svilupparsi prima delle altre.
Negli ultimi anni sono stati condotti molti studi e sono state fatte molte ipotesi volte a dare una spiegazione alla pubertà anticipata. Sembra che a determinarla concorrano diversi fattori, tanto ambientali, quanto alimentari. Gli esperti, tuttavia, rassicurano affermando che se l'anticipo puberale è lieve non c'è motivo di preoccuparsi. Altra cosa se questo avviene, ad esempio, sotto i 7 e gli 8 anni.
Tratto da: magazine.exite.it

 

 

 

I dati dello studio Epic2, il più ampio sui legami fra la dieta e i tumori

Ecco perché bisogna ridurre la carne rossa

Chi ne consuma 160 grammi al giorno va incontro a un rischio di tumore al colon superiore del 35% rispetto a chi non ne mangia.

 

MILANO - Centosessanta grammi al giorno di carne rossa. E’ questo il quantitativo medio che determina un aumento del rischio di andare incontro a un tumore del colon pari al 35 per cento in più rispetto a un consumo di una ventina di grammi al giorno (cioè un consumo davvero minimo). Lo dimostrano i nuovi dati del più grande studio mai effettuato sui legami tra dieta e cancro, lo European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC) 2, appena resi noti sulle pagine del Journal of the National Cancer Institute statunitense.
La rilevazione, che è iniziata nel 1992, era stata ideata per disporre dei dati relativi a oltre 500.000 cittadini di età compresa tra i 35 e i 70 anni, provenienti da dieci Paesi europei. I ricercatori volevano verificare, in particolare, l’incidenza di alcune forme di tumore in base alle abitudini alimentari. All’epoca del reclutamento tutti i partecipanti (che alla fine sono stati 470.000) si presentavano in buona salute, ma nel corso dei primi cinque anni sono comparsi più di 1.300 casi di tumore del colon retto (e questo numero è poi salito a 25.000 con l’andare del tempo, fino a oggi). L’analisi dettagliata di questi casi, depurata da tutti i possibili elementi che avrebbero potuto generare confusione quali l’assunzione di farmaci e vitamine, l’apporto calorico medio, il consumo di alcol, l’abitudine al fumo, l’età, il sesso, l’altezza, il peso, l’attività fisica e così via, ha confermato quanto già emerso in molti altri studi del passato: la carne rossa favorisce la formazione del tumore colorettale, e il rischio aumenta in base alle quantità assunte.
«Non ci sono più dubbi sul fatto che un eccesso di carni rosse sia un fattore di rischio importante» - commenta Franco Berrino, epidemiologo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, membro del team internazionale di EPIC e pioniere degli studi sull’argomento. La malattia, inoltre, appare inversamente collegata al consumo di pesce: chi mangia più di 80 grammi quotidiani di questo alimento riduce del 31 per cento la probabilità di sviluppare il tumore del colon, rispetto alle persone che mangiano in media solo dieci grammi al giorno. «Su questo aspetto, finora, i dati sono apparsi contrastanti - continua Berrino - ma i risultati della nostra ricerca dimostrano che il pesce ha un vero e proprio ruolo protettivo». Anche incrociando i dati, del resto, si può vedere che per chi porta in tavola molta carne rossa e poco pesce il rischio aumenta del 63 per cento rispetto a chi ha abitudini opposte.
Un altro elemento che favorisce l’insorgenza del tumore è la scarsa attenzione per le fibre contenute nei cereali, nei legumi e in generale negli alimenti non raffinati. «Gli studi degli ultimi anni, soprattutto statunitensi - spiega Berrino - avevano messo in discussione l’azione delle fibre, ma i nostri dati, invece, dimostrano ora che senza dubbio gli alimenti non raffinati sono migliori, dal punto di vista del rischio-cancro».
Questi risultati confermano e arricchiscono molte delle ricerche che sono state pubblicate dal 1981 a oggi. Quell’anno due dei massimi esperti mondiali di cancro, Richard Doll e Richard Peto, resero noto uno studio diventato poi storico, nel quale si sosteneva che almeno un tumore su tre, negli Stati Uniti, era dovuto a un’alimentazione scorretta. Da quel momento sono stati investiti milioni di dollari per inquadrare meglio la questione e per definire politiche preventive efficaci. Nel 1997 il World Cancer Research Fund ha pubblicato un altro rapporto considerato una pietra miliare, dal titolo: “Food, nutrition and the prevention of cancer: a global perspective”, nel quale venivano descritti in dettaglio i rapporti tra i diversi alimenti necessari per ridurre del 30-40 per cento il rischio di cancro (famoso è rimasto il consiglio di assumere sette porzioni al giorno tra frutta e vedure fresche). Nel frattempo EPIC procedeva. Ma perché la carne rossa può diventare dannosa, se mangiata in dosi abbondanti? Risponde Berrino: «Non si sa ancora con certezza, ma si pensa che il contenuto in ferro, che esercita un’azione ossidante, favorisca la formazione di composti cancerogeni detti nitrosamine. Non tutte le neoplasie sono però influenzate allo stesso modo dall’alimentazione e in particolare dalla carne. Ci sono tumori, come quello del colon retto - continua Berrino - attribuibili nel 70 per cento dei casi all’alimentazione, e lo stesso vale, in generale, per le neoplasie di tutto il tratto gastrointestinale. Ma esistono molte altre forme tumorali su cui si sa poco, come le leucemie, i sarcomi e la maggior parte delle neoplasie infantili. Su altre forme ancora di tumore, come quelli della prostata e della mammella, gli studi sono in corso. In generale, comunque, è indubbio che un buon apporto di vegetali freschi protegge in modo efficace l’organismo».

La dieta per ridurre i rischi

S.C.

14 luglio 2005

 

 

 

Carne e cancro: un binomio dimostrato

Che il consumo eccessivo di carni rosse, lavorate o meno, favorisca il cancro all'intestino era solo un'ipotesi. Adesso, uno studio europeo l'ha dimostrato
16 giugno 2005

carne L'Ente europeo che studia i legami tra cancro e nutrizione (EPIC) ha esaminato, per volere dell'agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, le abitudini alimentari di 500.000 europei negli ultimi dieci anni. E ha scoperto che il rischio di cancro all'intestino è tre volte superiore in chi mangia più di 80 grammi al giorno di carne rossa o trattata (vitello, agnello, maiale e gli insaccati derivati) rispetto a chi invece la mangia meno di una volta a settimana.

Lo studio di EPIC, riportato nel Journal of the National Cancer Institute, ha rivelato che anche una dieta povera di fibre aumenta il rischio di tumore all'intestino.
Mangiare pollame non favorisce, invece, gli stessi rischi, mentre mangiare pesce ogni giorno, addirittura li diminuisce.

A capo di questa ricerca c'è Sheila Bingham, della Dunn Human Nutrition Unit di Cambridge: "Non è una novità che l'abuso di carne rossa nell'alimentazione favorisse il cancro ma questo è il primo studio europeo che conferma quella che prima era solo un'ipotesi".

LA COLPA E' DELLA NITROSAZIONE

Sono tante e diverse le teorie sul perchè la carne rossa favorisca questi rischi. Quella più accreditata è che l'emoglobina e la mioglobina che si trovano nella carne inducono, nell'intestino, un processo chiamato nitrosazione che porta alla formazione di "colonie" cancerogene.

La seconda teoria è che i colpevoli possano essere dei componenti, detti eterociclici, prodotti durante la cottura. Ma questi si trovano anche nel pollame e quindi il legame con la malattia non è così immediato.

Nel team c'è anche Tim Key, professore della charity Cancer Research britannica, che sostiene: "La conclusione di questo rafforza l'evidenza che il cancro all'intestino pu? essere prevenuto con una dieta ricca di fibre e riducendo consumi della carne rossa e lavorata".

 

Dottor Berrino

"Per cambiare il mondo dobbiamo cambiare noi stessi", queste parole sono state pronunciate dal Dott. Berrino sulle disuguaglianze alimentari nel nostro pianeta. A fronte di un miliardo di obesi vi sono un miliardo di affamati, con la differenza sostanziale che il mondo occidentale che è poi quello in cui si trovano la maggior parte degli obesi, consuma e inquina anche il cielo di quei poveri disgraziati che moriranno di fame.

Il consumo di carne, così largamente diffuso, oltre a provocare molte malattie, toglie ad una grande parte del mondo la possibilità di nutrirsi dei cereali che vengono impiegati per gli allevamenti bovini, suini ecc.

Inoltre bisogna considerare il consumo di acqua che è elevatissimo e in ultimo, ma non secondario, l'inquinamento che influisce sull'effetto serra.

Raccogliamo quindi, l'invito del Dott. Franco Berrino, invece di mangiare la carne che può causare molte malattie croniche, perchè non semplifichiamo tutta la catena, mangiando noi i cereali che vengono dati ai bovini? Costano di meno, fanno meno danni alla salute e all'ambiente.

Come al solito l'illuminato dottore ha colto nel segno, con la sua semplicità ed il suo straordinario carisma.
 

 

—————

Indietro


Contatti

Associazione G.A.S. delle Rogge - Rosà

via Campagnola n° 41/b
36027 Rosà (VI)


BANCA DI APPOGGIO:
BCC di Romano e Santa Caterina - ag. di Rosà
IBAN
IT63D 08309 60690 008000025177

codice fiscale:
91040800244



   


ACQUA PUBBLICA?

        SI', GRAZIE!